Gli spostapoveri e i lanzichenecchi

La mia prima reazione leggendo l’articolo di Alain Elkan è stata di chiedere ai miei contatti social se fosse un pezzo di satira di costume. E le risposte sono state spassose. Ho perfino pensato che se fossi un editore vorrei raccogliere gli esercizi di stile su quell’articolo e chiamare il libro “L’uomo del treno” perché tra tutti i tormentoni estivi dagli anni ’80 in poi è il più divertente.

Ma da quando stamani ho cominciato a leggere le difese d’ufficio sul diritto a viaggiare in pace non mi diverto più.

Così oggi, dalle alzate di scudi a protezione del signor Elkan, scopriamo che il problema di Trenitalia sono quattro adolescenti chiassosi che parlano di ragazze, scrollano lo smartphone e ammassano i vuoti nei cestini.

Non l’aria condizionata che non va o va troppo, non il riscaldamento che non va o va troppo, non le corse che non ci sono per collegare tratte ovvie (uno per tutti il raddoppio Lucca Firenze atteso come Godot), non i tempi ridicolmente lunghi per fare tratte brevi, non che da mesi a Bologna il treno è sostituito dal bus e alla fermata – 40° col sole a picco – non c’è neanche uno straccio di telo che manca poco gli anziani ci rimangono secchi, non che a Prato nei bagni pubblici a pagamento (notare bene) accettano solo monete e non c’è uno sportello utile nel giro di un chilometro, perché il bar interno mica ce l’ha il bagno e se ci sono bambini o anziani tanto peggio per loro.

No, il problema non sono i carri bestiame strapieni di gente che giustamente vengono chiamati gli “spostapoveri” perché di grazia se ti fanno il favore di fornirti un micragnoso mezzo pubblico per spostarti senza usare la macchina, mezzi a volte non revisionati a cui si spezzano i mozzi delle ruote e si schiantano in una stazione come a Viareggio, o che si scontrano l’uno con l’altro sul binario unico come ad Andria.

Il problema non è che amministratori e governanti continuano a investire in millemila assi viari per il trasporto su gomma e ti dicono che la tramvia non si fa perché non c’è l’economia di scala.

Il problema non è che ti dicono che i cittadini hanno il culo pesante ed è per quello che non funzionano i mezzi pubblici, così ignorando per puro pregiudizio le file alle biglietterie. Che le corse siano insufficienti o non ci siano proprio sembra del tutto irrilevante.

No. Niente di tutto questo.

Il problema sono quattro adolescenti brufolosi che hanno imbroccato le offerte di Trenitalia per la prima classe di Italo e parlano delle solite sbruffonate estive, di ragazze e nottate in giro, disturbando un lettore di Proust.

Ultimo ma non ultimo, il problema dei rifiuti sui treni sono questi barbari, signora mia, non che nei cestini c’entra appena una cicca di sigaretta e non vengono mai cambiati. E poi chi di noi comuni mortali li ha mai visti i tavolinetti per scrivere a mano? Ti va già di culo se riesci ad appoggiare il portatile sulle ginocchia facendo spessore con lo zaino. Sui treni che prendo io funziona sempre così.

Del resto serve sempre un capro espiatorio pronto all’uso per ogni evenienza. Non è forse la stessa cosa che sta succedendo per i negazionisti del cambiamento climatico?

Mica sono d’accordo con loro: le anomalie climatiche le vedo e soprattutto le soffro. Ma se siamo convinti che un cambiamento climatico è in corso, dobbiamo anche ammettere che le cause antropiche non sono mica i negazionisti climatici ma questo modello produttivo predatorio delle risorse, questo sistema economico alienante e questi governi incapaci di tenere testa alla grandi realtà industriali che sono la causa prima di ogni mutazione climatica.

Prendersela con i negazionisti è come prendersela con un altro passeggero del tram – o del treno – che come te subisce gli sballottamenti del pessimo guidatore ma indossa la maglia gialla invece che color verde ecologico. E nessuno mette in discussione il guidatore incapace bensì il lanzichenecco di passaggio o quello che si è messo la maglia gialla invece che color verde ecologico.

Del resto è sempre utile individuare un nemico fatto su misura: primo, non è più colpa tua ma del nemico, purché sia adeguato all’occorrenza; secondo, puoi evitare di prendere le decisioni necessarie che risolverebbero qualcosa ma sono inevitabilmente impopolari; terzo, puoi usare il meccanismo identitario a tuo vantaggio rinforzando il legame dei buoni che costituiscono la tua bolla di riferimento; quarto, tutto questo non ti costerà nessun investimento concreto.

L’alibi perfetto. Parliamo del negazionista o del lanzichenecco che scandalizza tutti ma guardiamoci bene dal parlare dei Governi o delle Amministrazioni che investono negli assi viari per il trasporto su gomma ma affermano che la tramvia o il treno o il trasporto pubblico non sono sostenibili in un’economia di scala. 

Perché la colpa è sempre dei cittadini che hanno il culo peso, mica dei Governi o delle Amministrazioni che non fanno investimenti o leggi adeguate prendendo iniziative che comportano una spesa economica o una qualche impopolarità (poi dice il populismo…).

Pedonalizzando, togliendo posteggi, introducendo pedaggi, liberalizzando la circolazione delle bici e dei monopattini sulle strade ‘normali’ (molto più comodo che fare le ciclabili) – senza preoccuparsi di migliorare il trasporto pubblico. Anzi: riducendo le corse sulla scorta di valutazioni economiche. E quel punto chissà come mai le priorità green non contano più. Chissà come fanno ad andare a lavorare quelli che non hanno le macchine “verdi” e non hanno soldi per comprarle (grazie Fede, ti ho proprio copincollata).

E allora vuoi mettere quant’è più semplice e rassicurante puntare il dito e tutta l’attenzione sul negazionista?

Quindi grazie anche al signor Elkann che con la sua stilografica ha dato modo anche a noi che non viaggiamo in prima – ma facciamo gli workshop in inglese e leggiamo Le monde diplomatique – di capire che non è la nostra cultura poliglotta che fa la vera differenza ma solo i soldi che possiamo spendere e gli agganci che possiamo far valere nei posti che contano.

Il disegno è di Kelsey Heinrichs 

https://www.repubblica.it/cultura/2023/07/23/news/racconto_alain_elkann_sul_treno_per_foggia_con_i_giovani_lanzichenecchi-408733095/?fbclid=IwAR0ZJ1y-YgJrVEQTdRCx0FM517aHbef9i5zO6nJ-f-CeJBkdYJkvhiIUmjE

https://mowmag.com/culture/su-giovani-lanzichenecchi-e-treni-ha-ragione-elkann-c-e-poco-da-ridere-e-da-indignarsi-serino-racconto-perfetto?fbclid=IwAR1FQzVGG9F8R83sr7l8UY9qD5rwZbiCZzG1ddS0FTWMHZ-w5XluBXujPyA

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