L’immagine della vecchia sul mio profilo.

Lo so che dovrei lavorare, lo so che mi sentirò in colpa ma lo devo fare. È un’offesa che va lavata non con il sangue, bensì con le parole. In fondo sono grata a chi ha creato questo bisticcio perché mi ha indotto il desiderio di scrivere e per me questo è sempre un dono. Il problema, ora, è da dove cominciare perciò andrò semplicemente in ordine cronologico. I social networks sono strumenti ambigui dove a volte si fanno incontri interessanti e così capita che conosci uno, un pittore, con cui ti scambi idee e riflessioni sulla natura del corpo, della bellezza, dell’attrazione. Le prospettive non potrebbero essere più diverse ma la cosa funziona e produce stimoli neuronali ché sa il cielo quanto ne abbiamo bisogno. Niente di troppo complicato o pretenzioso, solo qualche chiacchiera su argomenti vivi come la percezione del corpo, i ruoli di genere, un po’ di varie ed eventuali. Qualcosa come un amico di penna. Un giorno succede che quel tuo amico ti fa leggere un bell’articolo. Molto ingenuamente la cosa ti accende un pensiero felice, una sorta di senso di liberazione profonda: ebbene, io non ho paura di me stessa. Così, sempre ingenuamente, succede che posti la foto di Daphne Selfe, 83 anni, modella. Si vedono i segni del tempo, certo, ma il sorriso lo sguardo, la provocazione di una spallina calata sono più forti della percezione dell’età. Quella foto ti piace, ti piace tanto, e l’hai sempre tenuta nascosta per evitare le solite polemiche. Ma oggi no, decidi che è il momento di Daphne Selfe. Pensi che qualcuno non capirà, si sorprenderà, magari ti dirà che non gli piace, ma non metti in conto che qualcuno possa scrivere con brutalità “ke skifo” con la kappa. Una donna, senza nulla leggere di ciò che hai scritto e senza porsi il problema del perché della tua scelta, inchioda l’equilibrio che senti allo schifo di un intollerabile disprezzo. Disprezzo per la modella, disprezzo per l’età, disprezzo per il coraggio che quella donna ha avuto nello sfidare le convenzioni. Siccome non è la prima volta che entra a gamba tesa – e tu l’avevi avvertita di rispettare le regole – le togli l’amicizia. Ma lei se la prende, comincia a offendere e tu la blocchi definitivamente. Semplice, pulito, lineare, nessuna complicazione.

Quello che però rimane appiccicato addosso è il disagio nell’aver toccato con mano l’odio profondo per un corpo meno che perfetto ed è una cosa che mi turba profondamente. Lei scrive di me che sono un’intellettuale “fallica”, diciamo così. Pazienza, non è una tragedia: poteva dire di peggio e poi è arrabbiata. Ma è ciò che afferma della foto che veramente mi offende: “La vecchia faceva proprio schifo e semmai era da eliminare quell’immagine da vomito“. Sorvoliamo sulle ulteriori allusioni all’intellettuale fallica e arriviamo fino al punto dove dice “Viva la democrazia e la libertà di pensiero. Che si fotta“. Non è che si avverte qualche contraddizione tra le due affermazioni? Partiamo dalla vecchia schifosa. La vecchia schifosa è Daphne Selfe, 83 anni, modella. La mia amica non è obbligata a conoscerla ma c’era una didascalia e comunque invece di “ke skifo” poteva sempre scrivere “a me sembra brutta, non mi piace affatto”. Perché avrebbe dovuto farlo? Perché, soprattutto se non si sa chi o cosa rappresentano le foto che gli altri postano, si rischia di pestare i piedi a qualcuno e di offenderlo pesantemente, magari proprio su qualcosa a cui tiene molto, come in questo caso. Daphne Selfe non è mia madre né mia parente, purtroppo, ma significa molto per me anche per quella stessa foto. Io la trovo bella, non tutti sono obbligati a trovarla bella è chiaro, ma ho indiscutibilmente la libertà di dire che la trovo bella. E se è vero che esiste la libertà di pensiero, esiste anche la mia libertà di pensiero che consiste, se voglio, nel postare una foto di Daphne Selfe, in vestaglia a 83 anni. Quella è la mia libertà di pensiero e chi rivendica la propria, cioè di dire che Daphne Selfe è brutta, dovrebbe fare attenzione a non limitare l’altrui libertà di pensiero, cioè di pubblicare una foto di Daphne Selfe perché la ritiene bella. Un piccolo dettaglio: libertà di pensiero significa esprimere il proprio pensiero liberamente. Ma nel momento in cui si offende qualcuno con frasi del tipo “ke skifo” tu non eserciti libertà di pensiero, ti arroghi un’impropria libertà di offesa. E quando dici “la vecchia faceva schifo e semmai era da eliminare quella immagine” tu non eserciti libertà di espressione, ti arroghi il diritto di censurare gli altri. Negare il diritto degli altri a esprimersi liberamente, non significa affatto esercitare una libertà: sei solo tu che, al centro del tuo piccolo mondo, ti innalzi a giudice unico e supremo di tutti i diritti e tutte le libertà. E’ ora di chiamare le cose col loro nome, soprattutto in questi tempi dominati dai social network: la libertà d’espressione è un cosa diversa dalla libertà di offendere e soprattutto dalla libertà di censurare gli altri secondo i tuoi gusti. Libertà, anzi, è proprio quandoriesci a convivere con idee diverse dalle tue senza offendere e senza pretende di censurare nessuno come nel caso della vecchia schifosa della foto.

Daphne Selfe, 83 anni, modella

Intanto mi son già tolta un peso dal cuore e posso ringraziare senza più alcun rancore la mia ex-amica assicurandole, peraltro che non avrà più fastidi da me perché non potrà più vedere la cose che faccio. Vai in pace sorella. Poi inizia l’altra parte interessante di questa vicenda: i commenti. Molti uomini hanno solidarizzato e non con me ma con la libertà di esporre la foto di Daphne Selfe, 83 anni, modella. Molte donne hanno acceso i motori e ho sentito le rotelle dei vari cervelli che iniziavano a muoversi laboriosamente. Qualcuno ha scritto una cosa che mi è piaciuta assai: “Questa non è una posa sexy o finta tale. E’ la posa di una che se ne strafotte di essere sexy e si presenta così com’è. La liberazione di essere, senza dover essere sexy a tutti i costi, come dire: sono così. Sto bene con me stessa. Non ho bisogno di portarmi a letto nessuno”. Sì è proprio così. A volte una donna ha bisogno di liberarsi dal bisogno di piacere a tutti i costi a qualcuno. Daphne Selfe è decente, pulita, curata ha una dolcezza e un’ironia negli occhi che mi paiono straordinari. E le macchie dell’età, i capelli grigi, la pelle rilassata, sono soltanto un’altra estetica rispetto a quella dominante. Certo, un corpo tonico è bello, maschile o femminile che sia. Ma è solo un’altra versione delle varie forme di bellezza che può assumere il corpo. Può essere bello il corpo grasso, può essere bello il corpo magro, può essere bello anche il corpo anziano. E mi sento bene a dirlo. Può essere bello il corpo imperfetto.  E ringrazio chi mi ha ricordato che possedere un corpo, amare un corpo è un onore: il corpo pesa, soffre, rompe i coglioni vita natural durante ma senza di lui non potremmo amare, creare, gestire questo mondo che ci è stato dato in eredità.

Fobia per l’immagine della vecchia. O forse tabù dell’invecchiamento, nonostante viviamo molto più a lungo che in passato. O forse illusione dell’immortalità, tabù della morte. Mio e mia madre si sono ammalati entrambi, da anziani, ovviamente per accudirli li ho visti nudi e non ho provato disgusto, semmai ero curiosa di capire cosa succedeva al loro corpo.cForse bisogna accudire qualche madre o padre anziano per capire. O magari basterebbe vedere un po’ di quadri di Lucien Freud per capire che il corpo ha una sua estetica anche quando non è giovane e tonico. Oppure le foto di Jan Saudek dove le cicce sono esposte in abbondanza e senza nessuna offesa dello spettatore ma nemmeno della dignità delle modelle. Perché sì sono modelle anche le modelle e i modelli obesi o anziani, i mutilati, i deformi, i disabili e tutti coloro che offrono la propria immagine per creare la bellezza. La bellezza nasce dalla carne viva e fragile, non viceversa. Spero che questi non siano discorsi intellettualoidi perché per me sono davvero carne viva nell’immagine di mia madre anziana e nuda, bella nella sua fragilità pur con braccia secche e la pelle molle. Ma i seni no, ah che orgoglio quei seni di ottantenne che sfidavano il tempo e la gravità: mia madre è stata femmina fino all’ultimo giorno in cui la sua mente è stata lucida. Se questi sono discorsi da intellettualoidi ebbene sì, io lo sono. Se andare alle mostre d’arte è essere intellettualoidi, ebbene sì, io lo sono. Se avere rispetto del corpo in tutte le sue forme è essere schifosi, ebbene sì, io lo sono. E come se non bastasse ne vado anche fiera.

Ilaria Sabbatini

E così anche quella che era una piccola galleria condivisa con pochi amici adesso è qui, resa pubblica, perché trovo non ci sia proprio nulla da vergognarsi.

10 pensieri su “L’immagine della vecchia sul mio profilo.

  1. silvio cinque

    l’ho scritto già ma non lo trovo. Forse era troppo banale dire che la vita è vivere e che ogni persona merita di viverla al meglio e merita che ognuno accetti questa scelta e la ami per quello che vuole essere, senza infingimenti, senza illusorie magie

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  2. zauberei

    Grazie per avermi linkata e tutto molto interessante.
    Alcune riflessioni – io un commento del genere non lo bannerei perchè limitante la mia libertà – di fatto anche ke skifo non è una espressione che comprime la tua libertà, è un giudizio per quanto duro o non condivisibile su quello che tu hai fatto, con pari diritto a quello che comunemente esercitiamo. Invece io banno senza pietà chi scrive ke skifo su un corpo umano, in quel ke skifo c’è qualcosa di intimamente nazista, ma non perchè si rivolge contro una tua scelta, ma perchè tratta l’umano come una bestia. Probabilmente per difesa psichica, da un’immagine che può essere vissuta come unheimlich come perturbante, io questo per esempio lo posso capire – perchè magari lei ci legge qualcosa di molto sessuato e l’attrito con l’anzianità della modella la colpisce. Essere colpiti silenziosamente è umano, difendersi con il fascismo no. Fuori dalle balle.

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    1. ruminatiolaica Autore articolo

      Il motivo del ban non sta esclusivamente in questo commento, come ho scritto, ma nel fatto che è la reiterazione di un comportamento che avevo già chiesto di rivedere. Non per me ma per evitare flame dato che sul mio spazio coesistono persone con posizioni molto differenti. Insomma non era la prima volta. Il ke skifo, come poi si evince da un’altra frase, è rivolto proprio alla foto della “vecchia schifosa che fa vomitare” e che andrebbe bannata. Ma non ho intenzione di postare lo screenshot. L’ho semplicemente trascritto.

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    1. ruminatiolaica Autore articolo

      Ah, ok. Zauberei, non era la prima volta. Era stata avvertita. Se voglio far convivere nel mio spazio tante differenze non devo dare adito a incertezze. Ne ho già avuti troppi di flames e molto molto brutti.

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  3. zauberei

    (tu calcola che sul mio blog ci sono addirittura delle regole per cui, con un commento del genere sei bannato al primo giro, altro che richieste reiterate. Vabbeh me ritiro, era solo perchè vedevo il fraintendimento)

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    1. ruminatiolaica

      Grazie Zauberei, invece fa bene confrontarsi su queste cose. Ho sempre lo scrupolo di lasciare a tutti la libertà di esprimersi. Ma questa storiella mi ha insegnato che io stessa ho frainteso il senso di “libertà d’espressione”. Hai ragione in quel disprezzo c’è molto di più dell’offesa a me. C’è il disprezzo per ciò che non si capisce ed è un atteggiamento molto molto pericoloso. Anche se chi lo pratica non ne ha la minima idea.

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